Il 28enne imputato, presente in aula insieme alla madre, ha ascoltato impassibile la lettura del verdetto. Ha sostenuto la sua incapacità di intendere e di volere al momento del delitto, chiedendo di considerare la sua condizione senza farsi influenzare dall’opinione pubblica.
Ha affermato di non interessarsi di andare in carcere e di dover uccidere la vittima. La relazione tra i due presentava comportamenti ossessivi e persecutori da parte dell’imputato.
Tre settimane prima del femminicidio, la vittima aveva denunciato il comportamento del 28enne ai carabinieri. Nonostante ciò, la Procura aveva aperto un fascicolo per stalking ma non aveva adottato provvedimenti cautelari.