Tuesday, December 3, 2024

Il problema dei leader: l’America ha due nodi da affrontare – Corriere.it

La maggioranza schiacciante degli elettori condivide l’affermazione che Joe Biden è troppo vecchio per essere un presidente efficiente. Il New York Times, che sostiene apertamente il Partito democratico, ha confermato in un sondaggio che il 70% degli intervistati la pensa così.

L’età avanza anche per Biden, e la campagna elettorale è già un calvario con gaffe, errori e smemoratezze quasi quotidiane. Anche Donald Trump non è esente da segnali di senescenza, avendo solo quattro anni in meno di Biden (77 anni) e non essendo in forma.

Tuttavia, i suoi problemi maggiori sono altri. Secondo l’analista dei sondaggi del New York Times, Nate Cohn, l’età di Trump preoccupa meno della metà di coloro che reputano Biden inadeguato.

Sembra che il repubblicano sia in vantaggio nelle indagini demoscopiche, ma resta possibile un suo inciampo finale a causa dei processi a suo carico. Trump non fa nulla per dissipare i dubbi che una sua vittoria sarebbe pericolosa per la democrazia e per le alleanze tra nazioni libere.

Ha minacciato di non difendere da un’aggressione russa quelle nazioni europee che nella Nato non mantengono gli impegni sulle spese per la sicurezza. Allo stesso tempo, nonostante la qualità dei suoi collaboratori, c’è un senso d’insicurezza nel pensare che Biden avrà la valigetta nucleare e l’ultima parola sull’entrata in guerra.

Senza idealizzare l’America di una volta, l’attuale scenario è preoccupante, con il Congresso, la magistratura e i media coinvolti in una guerra tribale e ideologica. Si constata anche una crisi di classi dirigenti sia nel partito repubblicano sia in quello democratico.

Trump ha spazzato via la classe dirigente della destra e l’ha sostituita con degli imitatori, mentre a sinistra una parte dell’establishment è coinvolta in una deriva radicale su vari temi. La situazione è preoccupante anche sul fronte opposto.

Non intervengono i “notabili” di un tempo per indurre Biden a un gesto di responsabilità, e c’è una crisi di classi dirigenti anche a sinistra. La ricandidatura di Biden nel 2024 ha rinviato una resa dei conti fra l’anima moderata del Partito democratico e le frange radicali.

Inoltre, l’estremismo tra i giovani rende difficile estrarre una nuova classe dirigente da una generazione indottrinata a odiare l’America. Nonostante tutto, si può trovare consolazione ricordando che da due secoli e mezzo chi ha scommesso contro l’America ha sempre perso.

La crisi attuale sembra essere un remake degli anni Sessanta-Settanta, con la stessa lacerazione, guerre valoriali e crollo di autostima. La performance economica degli Stati Uniti dovrebbe essere una base su cui ricostruire la convivenza civile e dei valori condivisi, nonostante possa essere preceduta da lunghe convulsioni.

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