Monday, February 24, 2025

La pagella del Mereghetti: “Vite Passate”, due vite sempre intrecciate: l’amore interrotto dal destino- Corriere.it

Chi sono le tre persone che vediamo sedute a un bar nella primissima scena di «Past Lives ?» Sentiamo due voci fuori campo che fanno alcune ipotesi: un fratello e una sorella (hanno i lineamenti asiatici) e un amico americano? Due turisti e una guida? Una coppia e un amante? Il film dimostrerà che tutte queste congetture sono sbagliate, ma questa scena che non svela niente è fondamentale per entrare nello spirito del film.

Lo ha ribadito la stessa regista Celine Song a «FilmTv»: «volevo che il pubblico fosse invitato a entrare nella storia di quelle tre persone, che diventasse una sorta di detective “sentimentale” per capire cosa sta succedendo» e ha costruito tutta l’operaà rebours per arrivare alla fine a dare una risposta a quelle domande iniziali. Tra i due c’è la tensione che si manifesta nella gara per i voti migliori ma dietro si nasconde una simpatia che non trova ancora il modo di esprimersi compiutamente, ma che la casualità sta per spezzare perché i genitori di Nora hanno deciso di lasciare il loro Paese per trasferirsi in Canada. I due ragazzini non hanno parole per commentare questa separazione, ma il loro silenzio è molto eloquente perché non riesce a nascondere quello che sentono prendere forma dentro di loro. Dodici anni dopo, i due si ritrovano via social.

L’amicizia dei due bambini si è forse trasformata in qualcosa di più complesso (e complicato da esprimere) anche perché scopriamo che le vite di entrambi si sono modificate: Na Young ha cambiato nome in Nora Moon (Greta Lee), si è trasferita a New York City e sta cercando la sua strada come scrittrice teatrale mentre Hae Sung (Teo Yoo) ha finito il servizio militare e dovrebbe partire per la Cina per perfezionare il suo mandarino. E sulla strada di entrambi arrivano due nuovi incontri: Arthur (John Magaro) per Nora, di cui si innamorerà, e una anonima ragazza per Hae Sung. Passano altri dodici anni e Hae Sung decide di volare a New York e raggiungere Nora, che è sposata con Arthur: dopo qualche giro per la città si torna alla scena iniziale, con i tre seduti al bar che chiacchierano. Naturalmente il film non finisce qui ma anche volessimo fare un po’ di sano spoiler non sapremmo bene cosa svelare.

Perché il fascino e la bellezza del film sono proprio nel suo non voler dire, nel far intuire e non esplicitare, nel costringere lo spettatore a entrare nella testa (e nel cuore) dei due protagonisti. «Past Lives» è una pellicola che non ti aspetti, eccentrica e sorprendente perché manda a gambe all’aria le regole che siamo abituati a trovare nei film. Chiama in causa direttamente lo spettatore non per prendere una qualche posizione a favore di questo o di quello ma per spingerlo a fare i conti con la delicatezza, con la fragilità e l’impalpabilità, con i sentimenti «allo stato nascente», come avrebbe forse detto Alberoni. Nel film si parla di in-yun, qualcosa che sta a metà tra la provvidenza e il destino e che unisce le persone, e forse è proprio questo il tema con cui il film ci chiede di confrontarci, con quell’indistinta ma concreta sensazione di sentire qualcosa che ci lega in qualche modo a una persona.

Senza capire fino a dove quel «legame» può arrivare. Cosa cerca Nora quando si trova davanti a Hae Sung? Vuole recuperare le radici con la sua terra e il suo passato? Oppure ritrovare il candore di un amore infantile che si è appannato con gli anni?

E Hae Sung cosa spera con quel suo tardivo viaggio a New York? Gli basterà l’acquisto di un biglietto aereo per rendere esplicito quello che negli anni non ha mai avuto il coraggio di dire? La forza e la bellezza del film sono proprio in questa incertezza, in questa enigmaticità, nei sentimenti in cui sembrano perdersi e ritrovarsi i due protagonisti (con Arthur terzo incomodo) e che chiedono allo spettatore non tanto un confronto quanto una riflessione: che cos’è davvero l’amore?

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