Friday, May 3, 2024

Le Benelli del mio cuore in mostra a Novegro

La mia Benelli era la 125 bicilindrica del 1981. Non era mia effettivamente, perché erano altri a potersela permettere, ma era mia per il suono. Per le linee e gli stilemi, non era molto differente dalle altre modelli, soprattutto l’ultima.

Ricordo il serbatoio grigio con fregi azzurri o rosso accostato all’arancione, il cupolino appena accennato e i semimanubri non troppo chiusi. E poi c’era quel rumore inconfondibile, proveniente dai due cilindri, che scuoteva le mie viscere tanto da riconoscerlo anche ad occhi chiusi. Poi c’era anche una versione 250, con lo stesso bicilindrico parallelo frontemarcia e probabilmente lo stesso suono accattivante.

Chi l’ha avuta, ricorda quella moto con trasporto e orgoglio. Per risentire un rumore simile, le mie orecchie dovettero aspettare qualche anno, quando in Yamaha tirarono fuori (anche dal cilindro) la RD 350. Quella carenatura era già stata utilizzata per altri modelli, ma soprattutto le altre Case avevano messo in commercio motociclette decisamente più performanti e accattivanti.

C’era allora l’imbarazzo della scelta e se la 125 non decollava, anche gli altri modelli della casa stentavano. E c’era stata una produzione di assoluto valore. Non trovai quelle moto da competizione ma trovai tutto il resto, come ancora oggi moltissimi appassionati e scolaresche vedono e contemplano.

La Benelli nel corso degli anni è passata di mano in mano: dai successi sportivi a quelli commerciali, passando per tonfi sonori a nuove rinascite, l’ultima delle quali ha portato la Benelli ai fasti dei primi del Novecento. Insomma, una vera e propria delizia.

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